Torri di guardia - incursioni corsare
Spesso diciamo che la torre San Michele di Cervia è sorta per proteggere il sale e gli abitanti da incursioni di pirati. In realtà dovremmo parlare di invasioni di Corsari.
Una piaga dilagata agli inizi del 1500 e che si è protratta fino circa a metà del 1800. I corsari, a differenza dei pirati erano legittimati alle azioni da una autorizzazione ovvero dalla “patente di Corsa” oppure dalla “lettera di marca” che venivano rilasciate da uno stato sovrano che dava facoltà di abbordare e assaltare navi da guerra nemiche ma anche mercantili. Spesso alle azioni di saccheggio si aggiungeva il rapimento di persone che venivano portate in schiavitù. Parte del bottino veniva consegnato allo stato commissionante, mentre parte era trattenuto dall'armatore della nave corsara.
Il Forlivesi in ”Cervia Cenni storici” ricorda che nel marzo del 1573 una grande bireme si arenò in prossimità del Savio generando grande clamore. Da tempo infatti i Turchi depredavano mercanti, pescatori e chi si trovava in zona. Da Ravenna giunsero giovani che presero i corsari che nel frattempo si erano nascosti nella pineta. Altri 6 vennero catturati a Cervia e poi condotti a Ravenna.
In cronache e documenti d'archivio scopriamo che nel 1873 “legni pirati” tentano uno sbarco sui lidi ravennati e si dirigono a Cervia dove derubano diversi contadini.
Pare che anche Cervia abbia avuto un suo corsaro. Si tratta di Angelo Puttini, in realtà Paolo Candoli, soprannominato Puttino, che nel periodo ( i documenti risalgono al 1811) napoleonico fu disertore della reale marina italiana e cercò fortuna in mare.
Gli ex voto dipingono questa piaga particolare. Testimonianze si possono ritrovare nella Chiesa della Madonna del Monte di Cesena e a Rimini nella chiesa della Madonna delle Grazie.
A difesa dalle incursioni corsare le autorità pontificie fecero erigere varie torri di difesa lungo la costa adriatica fra cui anche la nostra Torre San Michele.