Cervia Vecchia

Negli ultimi anni del Seicento, l’originario insediamento della città di Cervia che sorgeva nell’area al centro delle saline, grazie ad un decreto di papa Innocenzo XII, viene spostato in un area più salubre, vicino al litorale dove sorgeva già da qualche anno la torre e il magazzino del sale.

Nel giro di poco più di un decennio non restano tracce significative dell’abitato poiché tutti i materiali vengono riutilizzati come materiale da costruzione, e così ben presto nelle nuove generazioni si perde memoria della vecchia città.

Per rinnovare e conservare questa memoria, poco prima del 1777, Pietro Sebastiano Senni (1715-1801) primo storico cervese, disegna o fa disegnare una mappa di Cervia vecchia e ne fa dono alla comunità.

Quella che realizza Senni è però una mappa ideale che, come spiega nella sua opera “Notizie di Cervia vecchia”, si basata su due tipi di fonti cioè i ricordi dei cervesi più anziani e una descrizione, casa per casa, delle famiglie che abitavano in città realizzata dal suo padrino, il canonico Francesco Orlando Prondini nel 1692.

 

L’immagine riporta una struttura regolare dell’impianto urbano che sappiamo da altre fonti non corrispondere alla realtà. Lungo le strade si dispongono in modo uniforme le case degli abitanti identificate da numeri. Sono invece più caratterizzati gli edifici pubblici e religiosi principali identificati da lettere: il palazzo comunale sulla piazza centrale, la cattedrale e il cimitero sulla via d’accesso da porta Ravenna, le porte urbane, i magazzini al termine del porto canale, i due conventi cittadini di San Francesco e Sant’Agostino, la rocca.

 

La legenda che si trova nella fascia inferiore della mappa riporta l’elenco, tratto da quello di Prondini, degli edifici e delle famiglie per ciascuna delle quali è indicato il numero di riferimento della casa in cui risiedeva.

 

La riproduzione fotografica 1:1 che si trova al museo è stata realizzata in occasione dell’intervento di restauro del 2019. L'originale è conservato presso l’Archivio storico comunale di Cervia, carta, inchiostro ferrogallico, acquerelli; cm. 100X105

 

Testo di Cristina Poni